Bisogna considerare diverse cose per comprendere se gli impianti hanno dei problemi, primo tra tutti la tempistica.
La perdita dell'impianto può verificarsi in diverse fasi:
- Nei giorni immediatamente successivi all'intervento
- Al momento della presa dell'impronta
- Al momento della protesizzazione dell'impianto.
In questi casi non si hanno segni premonitori ma l'impianto non si osteointegra e una qualunque manovra che lo coinvolge lo porta via. Solitamente questo avviene senza alcun dolore tanto che il paziente non se ne accorge nemmeno.
Attualmente i tempi di osteointegrazione con le moderne superfici implantari sono canonicamente 1,5 mesi per l'arcata inferiore e 3 mesi per quella superiore, comunque,oggi è possibile usare strumenti, che attraverso la frequenza di risonanza, misurano l' ISQ (implant stability quotient), l’osteotell è uno di questi, con il suo utilizzo è possibile monitorare l’osteointegrazione e quindi decidere i tempi di protesizzazione individualizzandoli in base alla velocita di guarigione di ogni singolo paziente.
Anche le moderne superfici implantari tipo SLA active hanno una notevole influenza nel ridurre i tempi di protesizzazione (è sempre questione di costi).
- Negli anni successivi (perimplantite).
In questo caso esistono tutta una serie di segni premonitori che prima di arrivare alla perdita dell'impianto ci avvertono che c'è qualcosa che non va. Questi sono i classici segni della parodontite che nel caso degli impianti si chiama perimplantite che solitamente si manifestano inizialmente con, dolore, gonfiore e sanguinamento spontaneo della zona interessata, presenza di sapore metallico alla salivazione e infine con la mobilità dell'impianto. In questi casi è consigliabile contattare immediatamente un implantologo e parodontologo esperto che eseguirà una visita approfondita e degli esami ra diografici. In caso di mobilità l'impianto andrà sempre rimosso.
È molto importante in caso di rimozione di un impianto eseguire contestualmente delle manovre di rigenerazione ossea avanzata che permettano il successivo inserimento di un nuovo impianto lì dove se ne sia verificata la perdita (a guarigione avvenuta). Si tenga presente che talvolta la mobilità può essere dovuta alla semplice decementazione della corona oppure allo svitamento del moncone protesico, quindi non sempre una mobilità può essere segno di un impianto fallito.
Raccomandiamo di non trascurare le sedute di igiene orale professionale e di rispettare i controlli clinici e radiografici che verranno pianificati dopo l'intervento.