Nei casi più complessi, infatti, se non si ricorre a manovre rigenerative adeguate, e s'inseriscono impianti in zone con carente quantità di osso, c'è il grosso rischio che non sia rispettato il principio fondamentale della stabilità primaria dell'impianto.

Non bisogna quindi confondere il rigetto con l'insuccesso.

L'insuccesso si ha, quando un impianto non si osteointegra e quindi deve essere rimosso. In pazienti con una corretta igiene orale, non fumatori, che fanno visite periodiche dal dentista la percentuale di insuccesso a 5 anni degli impianti dentari è solo del 2 % – 3%.

La più frequente causa di perdita di un impianto nel lungo periodoè sicuramente attribuibile ad un infezione batterica che colpisce i tessuti che supportano l'impianto.

Si parla in questo caso di perimplantite, sempre più diffusa negli ultimi anni.

La perimplantite, agendo in modo similare alla parodontite, provoca riassorbimento osseo attorno agli impianti causandone inevitabilmente la perdita.

La perimplantite è un processo cronico molto lento e in molti casi attraverso interventi chirurgici di rigenerazione ossea questi impianti si possono salvare.

perimplantite

                   

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